Zdzisław Radomski
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Zdzisław Radomski | |
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Nascita | Kruszwica, 28 gennaio 1915 |
Morte | Oakville, 21 gennaio 2000 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | ![]() |
Arma | Siły Powietrzne Armée de l'air Royal Air Force |
Anni di servizio | 1935-1942 |
Grado | capitano pilota |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Polonia |
Battaglie | Battaglia di Francia |
Decorazioni | vedi qui |
Pubblicazioni | vedi qui |
Note | dati tratti da Kapitan Zdzisław Radomski - kruszwiczanin z Dywizjonu 306[1] |
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Manuale |
Zdzisław Radomski (Kruszwica, 28 gennaio 1915 – Oakville, 21 gennaio 2000) è stato un militare e aviatore polacco, decorato con la Croce d'Argento dell'Ordine Virtuti militari nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9c/Radosmki_sygnalityczne.jpg/220px-Radosmki_sygnalityczne.jpg)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/cb/Radomski_ucieczka.jpg/220px-Radomski_ucieczka.jpg)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/ad/Radomski_%C5%9Blub.jpg/220px-Radomski_%C5%9Blub.jpg)
Nacque a Kruszwica il 28 gennaio 1915, all'interno di una famiglia di operai, figlio di Michael, di professione lattoniere.[2][3] Frequentò la scuola elementare a Inowrocław e la scuola media in ul.8 Stanisława Staszica 8 a Poznań. Fin dall'infanzia si interessò alle mongolfiere, agli alianti e agli aerei, e all'aeroporto di Poznań-Ławica si appassionò agli spettacoli aerei.[2] Il suo primo incontro con l'aviazione risale al 1933, quando d'estate partecipò ad un corso di volo a vela a Ostrzeszów.[4] Nel 1935, dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo, si arruolò volontario per il servizio militare nell'Aeronautica Militare.[2] Inizialmente completò un corso per cadetti della riserva di fanteria a Gniezno,[N 1] e poi fu trasferito alla Scuola per cadetti della riserva dell'aviazione a Dęblin.[5] Nel giro di un anno completò un corso basico di pilotaggio volando su velivoli RWD-8 e PWS-16.[4] Nel 1936 iniziò gli studi presso la università di economia di Poznań, ma lasciò la scuola dopo un anno.[5] Completò il corso di istruttore di volo a Varsavia e poi fu impiegato come pilota istruttore presso la "Szkoła Orląt" di Dęblin.[5] Rimase li fino all'agosto 1939, poi, dopo la mobilitazione generale, fu assegnato al 3° Reggimento aereo di Poznań, con il grado di cadetto caporale.[4]
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, e la seguente invasione tedesca della Polonia, il 23 settembre 1939, insieme al personale della base aerea n. 3 di Poznań, attraversò il confine rumeno e fu internato.[4] Fuggì dal campo di internamento e attraverso la Jugoslavia e l'Italia arrivò in Francia. Inizialmente soggiornò a Parigi arrivando poi presso la base aerea polacca di Lione-Bron, dove volò sui caccia Morane-Saulnier MS 406.[4] Nel dicembre 1939 fu promosso sottotenente. Il 2 marzo 1940 fu mandato alla scuola di aviazione di Pau.[4] Durante la campagna di Francia prestò servizio nella difesa di questa città come parte di un'unità da caccia equipaggiata con i Dewoitine D.500, pur non partecipando ai combattimenti.[6] Dopo la caduta della Francia, attraversò il Mar Mediterraneo raggiungendo Orano, nel Nord Africa, e poi viaggiò in treno fino a Casablanca.[7] Da qui via nave raggiunse l'Inghilterra sbarcando nel porto di Liverpool nella seconda metà del mese di agosto.[4] Fu inviato presso la base aerea polacca di Blackpool e da lì, il 24 marzo 1941, fu mandato a Old Sorum per l'addestramento al combattimento, e dopo aver completato il corso fu trasferito alla No.55 OTU a Unsworth.[6][4] Nel gennaio 1941 completò un corso da caccia e fu assegnato al No.32 RAF Squadron con sede ad Angle, nell'area di Bristol.[4] Volando nello squadron prese parte alla protezione dei convogli marittimi per 38 volte.[7][8]
Tra il luglio e l'agosto 1941 prestò servizio nel No.306 Squadron "Toruński".[9] Il 14 agosto 1941, mentre proteggeva i bombardieri dai caccia nemici nel nord della Francia, abbatté un Messerschmitt Bf 109 durante un combattimento aereo.[10] Il 16 agosto, durante un volo nell'ambito dell'operazione Circus 74 sulla città di Hardelot, abbatté un altro Bf 109.[11] Il 27 agosto, durante un altro volo sulla Francia vicino a Calais, il suo aereo venne colpito e lui rimase ferito da un colpo un colpo di mitragliatrice alla mano sinistra.[10] Resosi conto che la sua mano era insanguinata e pendeva floscia nella manica della tuta riuscì a rientrare alla base.[4] Dopo l'atterraggio di emergenza[N 2] in un campo in Inghilterra dall'aereo fu medicato alla meglio e portato in un vicino ospedale dove fu sottoposto ad una trasfusione di sangue e all'amputazione del braccio sopra il gomito.[12] Non riprese mai a volare in combattimento.[4] Dopo una settimana lasciò l'ospedale e si presentò allo squadron.[4] Il comandante in capo delle forze armate polacche, generale Władysław Sikorski gli conferì la Croce d'Argento dell'Ordine Virtuti militari il 28 ottobre 1941.[13]
Nel marzo 1942, promosso tenente, fu assegnato alla No.58 OTU sull'aeroporto della RAF a Grangemouth in Scozia.[12][1] Ben presto completò un corso di navigatore e fu assegnato ad un posto di comando caccia nel settore di Kirton a Lindsey, nell'Inghilterra centrale, dove operò con il No.307° Squadron "Lviv Puchaczy" e poi con il No.317° Squadrone "Wileński".[14] Dopo un anno, si unì all'11th Fighter Group a Uxbridge vicino a Londra come ufficiale comandante.[15] Il 15 febbraio 1944 fu posto in congedo con il grado di tenente.[1] Dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità della città di Londra, organizzò un bar chiamato White Eagle Club per piloti polacchi nella zona di Backer Street, e contemporaneamente sposò la signorina Judith Marie Morrison che aveva la cittadinanza svizzera.[15][16] Dopo la fine della guerra nel 1946 decise di ritornare in Polonia con la sua famiglia a bordo della nave Sobieski. [17]Si stabilì a Poznań, dove fondò un'azienda che produceva sciarpe e un'altra azienda che produceva imballaggi in cartone.[18] Sua moglie, appena tornata dalla Svizzera, dovette consegnare il passaporto e fu subito arrestata insieme a Stanisław Skalski il 4 giugno 1948 (trascorse 3 anni in prigione).[1] Pochi giorni dopo, l'UB arrestò anche lui rinchiudendolo nella prigione di Mokotów.[4] Li venne torturato al fine di ottenere la confessione, ma nonostante le torture subite non cedette.[1]
Tuttavia non risultava collegato al caso di Skalski, Śliwiński e sua moglie, ma fu accusato di crimini economici.[4] Fu condannato a un anno e mezzo di prigione, perse tutte le sue proprietà.[4][1] Dopo il suo rilascio, trovò lavoro presso l'industria dolciaria Goplana come contabile.[19] Dopo che sua moglie fu rilasciata dalla prigione, i due decisero di fuggire in Occidente.[4] La coppia divorziò e Judith riacquistò la cittadinanza svizzera partendo per la Gran Bretagna.[1] Con il pretesto di curare una vecchia ferita egli si trasferì a Zakopane da dove fuggì in Occidente.[20] Ritrovata la sua ex moglie i due si sposarono nuovamente riuscendo ad aprire un Coffee Inn Londra.[1] Radomski condusse quindi affari in Europa, Nord America e Bahamas (incluso il tentativo di fondare una compagnia aerea, la costruzione di hotel e yacht nel suo cantiere navale e la consegna di aerei ai mercenari di Jan Zumbach).[4] Alla fine emigrò in Canada con la famiglia.[1] Si spense a Oakville il 21 gennaio 2000.[21]
Onorificenze
![Distintivo per aviatori - nastrino per uniforme ordinaria](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/37/PilotPolowy.jpg/50px-PilotPolowy.jpg)
![Croce d'argento dell'Ordine Virtuti militari - nastrino per uniforme ordinaria](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c7/POL_Virtuti_Militari_Srebrny_BAR.svg/60px-POL_Virtuti_Militari_Srebrny_BAR.svg.png)
![Distintivo per feriti - nastrino per uniforme ordinaria](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/ec/POL_Odznaka_za_rany_i_kontuzje_1_gwiazdka_BAR.png/60px-POL_Odznaka_za_rany_i_kontuzje_1_gwiazdka_BAR.png)
Note
Annotazioni
- ^ Presso il 69° Reggimento fanteria della 17ª Divisione di fanteria.
- ^ Nonostante la copiosa perdita di sangue riuscì ad atterrare senza danneggiare troppo l'aereo.
Fonti
- ^ a b c d e f g h i Historiakujawska.
- ^ a b c Król 1980, p. 191.
- ^ Skrzydlata Polska n.3/1975, p. 12.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Polish Air Force.
- ^ a b c Król 1980, p. 192.
- ^ a b Sojda 2016, p. 374.
- ^ a b Król 1980, p. 193.
- ^ Sojda 2016, p. 375.
- ^ Matusiak 2003, p. 17.
- ^ a b Król 1980, p. 199.
- ^ Sojda 2016, p. 377.
- ^ a b Król 1980, p. 203.
- ^ Matusiak 2003, p. 70.
- ^ Sojda 2016, p. 380.
- ^ a b Król 1980, p. 206.
- ^ Sojda 2016, p. 381.
- ^ Król 1980, p. 209.
- ^ Sojda 2016, p. 381-382.
- ^ Sojda 2016, p. 385.
- ^ Sojda 2016, p. 386.
- ^ Krzystek 2012, p. 478.
Bibliografia
- (PL) Wacław Król, Myśliwcy, Warszawa, Ministerstwo Obrony Narodowej, 1980, ISBN 83-11-06396-6.
- (PL) Tadeusz Jerzy Krzystek e Anna Krzystek, Polskie Siły Powietrzne w Wielkiej Brytanii w latach 1940–1947 łącznie z Pomocniczą Lotniczą Służbą Kobiet (PLSK-WAAF), Warszawa, Sandomierz: Stratus, 2012, ISBN 978-83-61421-59-7.
- (PL) Wojtek Matusiak, 306 Dywizjon Myśliwski Toruński, Warszawa, Bellona, 2003, ISBN 83-11-09714-3.
- Periodici
- (PL) Zdzisław Radomski, in Skrzydlata Polska, Warszawa, Wydawnictwa Komunikacji i Łączności, marzo 1975, ISSN 0137-866X (WC · ACNP).
- (PL) Grzegorz Sojda, Porucznika pil. Zdzisława Radomskiego dzieje niezwykłe..., in Przegląd Historyczno-Wojskowy, n. 2-3, Warszawa, Wydawnictwa Komunikacji i Łączności, 2016, p. 256-257, ISSN 1640-6281 (WC · ACNP).
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- (PL) Zdzisław Radomski, su Polish Air Force. URL consultato l'11 giugno 2024.
- (PL) Radomski, su Prusowie. URL consultato l'11 giugno 2024.
- (PL) Kapitan Zdzisław Radomski - kruszwiczanin z Dywizjonu 306, su Historiakujawska. URL consultato l'8 novembre 2022.
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