Triangolo isoscele

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Triangolo isoscele

In geometria, si definisce triangolo isoscele un triangolo che possiede due lati congruenti.

Vale il seguente teorema: "Un triangolo è isoscele se e solo se ha due angoli congruenti". Questo teorema costituisce la quinta proposizione del Libro I degli Elementi di Euclide ed è noto come pons asinorum.

In un triangolo isoscele la bisettrice relativa all'angolo al vertice coincide con la mediana, l'altezza e l'asse relativi alla base.

Particolari triangoli isosceli sono i triangoli equilateri e i triangoli rettangoli isosceli. Esistono anche triangoli isosceli acutangoli e ottusangoli.

I triangoli isosceli rettangoli sono tutti simili tra di loro, come i triangoli equilateri.

Simmetrie

Un triangolo isoscele che non sia equilatero è invariante solo per la riflessione rispetto alla bisettrice dell'angolo diverso dai due rimanenti. Il suo gruppo di simmetria, oltre alla trasformazione identità, comprende solo questa riflessione e quindi è isomorfo al gruppo di due elementi, ovvero al gruppo moltiplicativo sull'insieme { 1 , 1 } {\displaystyle \{1,-1\}} .

Triangoli isosceli in geometria analitica

Teorema 1: Condizione necessaria e sufficiente affinché un triangolo con la base parallela agli assi sia isoscele è che abbia i due lati di coefficiente angolare opposto.

Dimostrazione.

Date le tre rette

  1. y = k {\displaystyle y=k}
  2. y = m x {\displaystyle y=mx}
  3. y = m x {\displaystyle y=-mx}

ne calcoliamo l'intersezione.

{ y = k y = m x {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&y=k\\&y=mx\end{array}}\right.}
{ x = k m y = k {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&x={\frac {k}{m}}\\&y=k\end{array}}\right.}
A ( k m , k ) {\displaystyle A\left({\frac {k}{m}},k\right)}
{ y = k y = m x {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&y=k\\&y=-mx\end{array}}\right.}
{ x = k m y = k {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&x=-{\frac {k}{m}}\\&y=k\end{array}}\right.}
B ( k m , k ) {\displaystyle B\left(-{\frac {k}{m}},k\right)}
{ y = m x y = m x {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&y=mx\\&y=-mx\end{array}}\right.}
{ x = 0 y = 0 {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&x=0\\&y=0\end{array}}\right.}
C ( 0 , 0 ) {\displaystyle {\rm {C}}(0,0)}

Ora calcoliamo la distanza dei segmenti A C {\displaystyle AC} e B C {\displaystyle BC} .

A C = ( k m ) 2 + k 2 {\displaystyle AC={\sqrt {\left({\frac {k}{m}}\right)^{2}+k^{2}}}}
B C = ( k m ) 2 + k 2 {\displaystyle BC={\sqrt {\left(-{\frac {k}{m}}\right)^{2}+k^{2}}}}

Quindi il triangolo è isoscele sulla base A B {\displaystyle AB} . In modo analogo si dimostra il caso della base parallela all'asse y {\displaystyle y} .

Viceversa costruiamo un triangolo isoscele con la base parallela all'asse delle ascisse.

Dati i due punti:

  1. A ( x 1 , k ) {\displaystyle {\rm {A}}(x_{1},k)}
  2. B ( x 2 , k ) {\displaystyle {\rm {B}}(x_{2},k)}

poiché il vertice di un triangolo isoscele giace sulla stessa retta del punto medio della base, prima troviamo M {\displaystyle M} e poi C {\displaystyle C} .

M ( x 1 + x 2 2 , k ) {\displaystyle M\left({\frac {x_{1}+x_{2}}{2}},k\right)}

Quindi troviamo C {\displaystyle C} , che avrà la stessa ascissa di M {\displaystyle M} e diversa ordinata.

C ( x 1 + x 2 2 , h ) {\displaystyle C\left({\frac {x_{1}+x_{2}}{2}},h\right)}

Verifichiamo che il triangolo è isoscele:

A C = ( x 1 x 2 2 ) 2 + ( k h ) 2 {\displaystyle AC={\sqrt {\left({\frac {x_{1}-x_{2}}{2}}\right)^{2}+(k-h)^{2}}}}
B C = ( x 2 x 1 2 ) 2 + ( k h ) 2 {\displaystyle BC={\sqrt {\left({\frac {x_{2}-x_{1}}{2}}\right)^{2}+(k-h)^{2}}}}

Ora calcoliamo il coefficiente angolare dei due lati:

m A C = ( h k ) ( 2 x 2 x 1 ) = 2 ( h k ) x 2 x 1 {\displaystyle mAC=(h-k)\cdot \left({\frac {2}{x_{2}-x_{1}}}\right)={\frac {2(h-k)}{x_{2}-x_{1}}}}
m B C = ( h k ) ( 2 x 1 x 2 ) = 2 ( h k ) x 1 x 2 {\displaystyle mBC=(h-k)\cdot \left({\frac {2}{x_{1}-x_{2}}}\right)={\frac {2(h-k)}{x_{1}-x_{2}}}}

Teorema 2: Condizione necessaria e sufficiente affinché un triangolo con la base parallela alla bisettrice di due quadranti sia isoscele è che abbia i due lati di coefficiente angolare inverso.

Dimostrazione.

Date le tre rette

  1. y = x + q {\displaystyle y=x+q}
  2. y = m x {\displaystyle y=mx}
  3. y = 1 m x {\displaystyle y={\frac {1}{m}}x}

ne calcoliamo l'intersezione.

{ y = x + q y = m x {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&y=x+q\\&y=mx\end{array}}\right.}
{ x ( m 1 ) = q y = m x {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&x(m-1)=q\\&y=mx\end{array}}\right.}
{ x = q m 1 y = m q m 1 {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&x={\frac {q}{m-1}}\\&y={\frac {mq}{m-1}}\end{array}}\right.}
A ( q m 1 , m q m 1 ) {\displaystyle A\left({\frac {q}{m-1}},{\frac {mq}{m-1}}\right)}
{ y = x + q y = 1 m x {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&y=x+q\\&y={\frac {1}{m}}x\end{array}}\right.}
{ x ( 1 m ) = m q y = 1 m x {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&x(1-m)=mq\\&y={\frac {1}{m}}x\end{array}}\right.}
{ x = m q 1 m y = q 1 m {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&x={\frac {mq}{1-m}}\\&y={\frac {q}{1-m}}\end{array}}\right.}
B ( m q 1 m , q 1 m ) {\displaystyle B\left({\frac {mq}{1-m}},{\frac {q}{1-m}}\right)}
{ y = 1 m x {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&y={\frac {1}{m}}x\end{array}}\right.}
{ x = 0 y = 0 {\displaystyle \left\{{\begin{array}{rl}&x=0\\&y=0\end{array}}\right.}
C ( 0 , 0 ) {\displaystyle {\rm {C}}(0,0)}

Ora calcoliamo la distanza dei segmenti A C {\displaystyle AC} e B C {\displaystyle BC} .

A C = ( q m 1 ) 2 + ( m q m 1 ) 2 {\displaystyle AC={\sqrt {\left({\frac {q}{m-1}}\right)^{2}+\left({\frac {mq}{m-1}}\right)^{2}}}}
B C = ( m q 1 m ) 2 + ( q 1 m ) 2 {\displaystyle BC={\sqrt {\left({\frac {mq}{1-m}}\right)^{2}+\left({\frac {q}{1-m}}\right)^{2}}}}

Quindi il triangolo è isoscele sulla base A B {\displaystyle AB} . In modo analogo si dimostra il caso della base parallela all'asse y {\displaystyle y} .

Viceversa costruiamo un triangolo isoscele con la base parallela alla bisettrice del primo e terzo quadrante (lo stesso vale per quella parallela alla bisettrice del secondo e quarto quadrante).

Dati i due punti:

  1. A ( 0 , q ) {\displaystyle {\rm {A}}(0,q)}
  2. B ( q , 0 ) {\displaystyle {\rm {B}}(-q,0)}

poiché il vertice di un triangolo isoscele giace sulla stessa retta del punto medio della base, prima troviamo M {\displaystyle M} e poi C {\displaystyle C} .

M ( q 2 , q 2 ) {\displaystyle M\left(-{\frac {q}{2}},{\frac {q}{2}}\right)}

Quindi troviamo C {\displaystyle C} , che si trova sulla retta di equazione y = x {\displaystyle y=-x} perpendicolare alla base e passante per M {\displaystyle M} .

C ( h , h ) {\displaystyle C(h,-h)}

dove h {\displaystyle h} è un numero reale arbitrario diverso da 0 {\displaystyle 0} .

Verifichiamo che il triangolo è isoscele:

A C = h 2 + ( q + h ) 2 {\displaystyle AC={\sqrt {h^{2}+(q+h)^{2}}}}
B C = ( q h ) 2 + h 2 {\displaystyle BC={\sqrt {(-q-h)^{2}+h^{2}}}}

Ora calcoliamo il coefficiente angolare dei due lati:

m A C = h q h = h + q h {\displaystyle mAC={\frac {-h-q}{h}}=-{\frac {h+q}{h}}}
m B C = h h + q = h h + q {\displaystyle mBC={\frac {-h}{h+q}}=-{\frac {h}{h+q}}}

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