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Jenny Holzer
Jenny Holzer (Gallipolis, 29 luglio 1950) è un'artista statunitense.
Indice
1Biografia
2Opere principali
3Libri d'artista
4Onorificenze
5Note
6Bibliografia
7Altri progetti
8Collegamenti esterni
Biografia
Jenny Holzer è un'artista neo-concettuale. Vive a Hoosick Falls, New York. I punti chiave dei suoi lavori sono la distribuzione di parole ed idee in spazi pubblici. Holzer appartiene alla branca femminista della generazione degli artisti che emersero nel 1980. Tra le altre artiste contemporanee di quella generazione si ricordano Barbara Kruger, Cindy Sherman, Sarah Charlesworth e Louise Lawler.[1]
Nel 1995, in concomitanza con l'espansione del web, realizza il suo primo progetto interattivo per la rete rendendo modificabili dal fruitore alcuni dei suoi più noti Truism.
L'approdo più recente della sua ricerca artistica è costituito dalle proiezioni allo xeno: presentate per la prima volta a Firenze nel 1996, in queste opere le frasi luminose formano lunghi testi che scorrono sulle superfici urbane, assumendo inediti connotati di grande suggestione visiva.
Opere principali
Truisms, (1977) testi in stampatello nero su fogli bianchi, stampati e affissi abusivamente negli spazi urbani di Manhattan.
Inflammatory Essay, (1978-79) testi ispirati agli scritti di Hitler, Lenin, Mao su supporti di diverso colore.
Living series, (1980)
Art spot, (1980) serie di video in cui le parole si succedono rapidamente sul monitor.
Survival Series (1983-1985) LED luminosi di diverso formato.
Under the rock, (1986) incisioni su lastre cimiteriali di pietra
Laments (1989) insegne luminose e pietre tombali
The Venice Installation (1990) operazione artistica che comprende anche il merchandising come elemento costitutivo (vendita di cappelli e T-shirts)
War (1992) in occasione della Guerra del Golfo
Lustmord (1993) in occasione della guerra in Bosnia
Please change beliefsTRUISM 4 (1995) per il portale adaweb äda 'web, welcome
^(EN) Roberta Smith, At the Whitney Museum, a Retrospective on a Career of Sounding the Alarm, in The New York Times, 12 marzo 2009. URL consultato l'11 febbraio 2018.
^Jenny Holzer BMW V12 LMR, 1999, su artcar.bmwgroup.com. URL consultato l'11 febbraio 2018.
^(EN) Jenny Holzer, su Solomon R. Guggenheim Museum, 2012 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2012).
Bibliografia
David Joselit, Jenny Holzer, London, Phaidon, 1998
Diane Waldman, Jenny Holzer, New York, The Solomon R. Guggenheim Foundation, 1997
Altri progetti
Altri progetti
Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jenny Holzer
Collegamenti esterni
Sito ufficiale, su projects.jennyholzer.com.
Holzer, Jenny, su sapere.it, De Agostini.
(EN) Michal Raz-Russo, Jenny Holzer, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
(DE, EN) Jenny Holzer, su filmportal.de.
Scheda di Jenny Holzer su artestampaweb.it, su artestampaweb.it. URL consultato il 13 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2014).