Bernardo Castagneri

Bernardo Castagneri (Vauda Canavese, 26 gennaio 1909 – Torino, 3 marzo 1945) è stato un partigiano italiano. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia

Lapide in memoria di Castagneri e altri partigiani a Rovereto

Dopo avere conseguito il diploma di geometra aveva frequentato la Scuola di Artiglieria e Genio. Assegnato al 3º Artiglieria da montagna, in seguito Castagneri fu istruttore alla Scuola di alpinismo di Aosta. Era stato promosso maggiore quando, nel 1943, fu inviato con le truppe operanti nei Balcani. Dopo l'armistizio, riuscito a raggiungere il Piemonte, l'ufficiale si arruolò nelle formazioni partigiane con il nome di battaglia di "Bruno II". Nominato capo di stato maggiore della 4ª Divisione d'assalto "Garibaldi", Castagneri si distinse per capacità e coraggio. Cadde nella difesa di una importante postazione partigiana, a poche settimane dalla Liberazione.

Onorificenze

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor militare
«Ufficiale superiore in s.p.e., dopo l’8 settembre 1943, sceglieva la dura lotta clandestina. Prima come semplice gregario e poi come capo di S.M. di una Divisione partigiana, partecipava a numerose azioni di guerra, contribuendo efficacemente al felice esito delle operazioni, nelle quali rifulgeva per le sue alte qualità di organizzatore e valoroso comandante. Fu a tutti maestro e guida di coraggio. Così in un difficile combattimento lasciò il suo posto di Stato Maggiore per tornare semplice artigliere servendo da solo, allo scoperto, un pezzo da 75/13 con cui riuscì a spezzare lo slancio nemico. Durante l’ultimo tentativo del nemico di impadronirsi del Monte Soglio, baluardo della resistenza partigiana del Canavese — delineandosi un cedimento — raccoglieva intorno a sé i migliori e ragguagliava il comando che non avrebbe receduto. Fedele alla parola, si immolava. Superbo esempio di intrepidezza, di cosciente valore, di altissimo sentimento del dovere e dell’onore militare.»
— Monte Soglio, 3 marzo 1945[1].

Una lapide a Rovereto lo ricorda insieme a Guido Rampini, Otello Pighin, Bruno Pasino, Teresio Olivelli, Francesco Zaltron, Bruno Bocconi e Francesco Besso.

Note

  1. ^ Dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 9 marzo 2016..

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