Avorio vegetale

I frutti
Scultura al museo del bottone (Knopfmuseum) in Schmölln, Germania
Sculture in avorio vegetale a Riobamba, in Ecuador

L'avorio vegetale, conosciuto anche come corozo o tagua, è un materiale ricavato dai semi di una palma, la Phytelephas macrocarpa che cresce nella foresta pluviale del Sud America. Il frutto (di cui si utilizza l'endosperma) una volta essiccato ha consistenza, colore e aspetto molto simile all'avorio animale e può essere facilmente lavorato e tinto.

Viene utilizzato per la preparazione di: mosaici, pavimenti, rivestimenti, bottoni, perline, gioielli, pulsanti e particolari di strumenti musicali come le cornamuse. Un tempo sostituto economico dell'avorio, dopo la messa al bando della caccia agli elefanti ha ritrovato una sua importanza economica ed ecologica.

Caratteristiche

Il nome corozo viene indicato per indicare i frutti di una specie di palma detta Phytelephas macrocarpa o di Hyphaene thebaica[1]. I frutti della prima specie possono raggiungere i 60 cm ed il peso può raggiungere i 12 kg[1]. Ogni seme è suddiviso in sei-sette parti[1]. Ognuna di queste parti racchiudono delle celle[1]. Ogni cella può contenere 6-9 semi dalla grandezza di un uovo di piccione[1]. I semi freschi appena formati contengono un liquido incolore che in seguito alla maturazione diventa lattiginoso per l'aumento della emicellulosa[1].

A prima vista i semi di questa pianta sembrano avere una struttura uniforme ma un accurato esame con una lente d'ingrandimento mostra dei canaletti paralleli colmati da un materiale più vitreo che conferisce a questi semi porosità che consente loro di essere tinti[1].

I frutti della seconda specie sono costituiti da un solo seme costituito da emicellulosa. Il seme al suo centro ha una cavità che ne limita l'uso ed ha caratteristiche simili al corozo vero e proprio (ossia i semi della Phytelephas macrocarpa)[1].

Il colore del corozo è simile all'avorio animale, con cui presenta altre similitudini[1]:

tuttavia i due tipi di avorio differiscono mediante[3]:

  • la frattura che per l'avorio animale è scheggiosa, per il corozo è irregolare;
  • la fluorescenza che per l'avorio animale è bianco-azzurra o giallastra, per il corozo è bianco-bluastra;
  • la densità è maggiore per l'avorio animale (1,70-1,95 g/cm³ dell'avorio animale contro gli 1,40 g/cm³ del corozo).

Il materiale che caratterizza il corozo, essendo composto da cellulosa, in presenza di fuoco è soggetto a bruciare e carbonizza assai velocemente[1].

Utilizzi

Insieme alla madreperla il corozo è utilizzato per fabbricare i bottoni, tuttavia il modesto valore del corozo stesso ancora non fa registrare l'utilizzo dell'avorio vegetale come imitazione dell'avorio animale[1].

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k De Agostini, Scheda corozo.
  2. ^ Copia archiviata (PDF), su bottonificioluparense.com. URL consultato il 5 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2013).
  3. ^ De Agostini, Raffronto tra la "Scheda Avorio" e la "Scheda Corozo".

Bibliografia

  • Doren, E.T. - Vegetable Ivory and Other Palm Nuts/Seeds as an Art/Craft Medium Archiviato il 10 giugno 2008 in Internet Archive.
  • Autori vari, Il magico mondo di minerali & gemme guida pratica per scoprirli e collezionarli, Novara, De Agostini, 1993-1996.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • La pianta elefante, amica dei pachidermi, su myristica.it. URL consultato il 1º luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2008).
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